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«Senti, non mi fa piacere mettere il naso negli affari degli altri. Ma Bonnie non mi ha dato scelta. La
settimana scorsa ha detto che sapeva per certo che noi vivevamo insieme, e ci ha provato di nuovo,
pillole questa volta, e sufficienti a uccidere un mulo. Va bene, ho pensato, questa signora morirà se io non
la fermo, e sono l'unico al mondo che può farlo. Le ho detto di te e di Jeremy Walker. Ho dato nome,
indirizzo, tutto. Le ho mostrato i miei fascicoli su di lui, le varie interviste e gli articoli che i miei segretari
dello Studio avevano messo insieme. Non ci credeva ancora. Belinda che vive a San Francisco con un
artista? Ma dai, pensavo anch'io come tutti gli altri che fosse così stupida? Disse che sapeva che io non lo
avrei mai permesso e che invece ti tenevo da qualche parte a Los Angeles e che era stato così fin
dall'inizio. Erano le menzogne che la facevano uscire fuori di testa. Le menzogne a procurarle l'insonnia e
tutto quanto. Va bene, le ho detto, te lo proverò. Ho mandato questi tipi quassù, per questo. Sono
riuscito ad avere alcune fotografie di voi due. Vi ho colti insieme per la strada, ho trovato una finestra e vi
ho fotografato mentre attraversavate il portone. Bene, questo è quanto hanno fotografato, Belinda, una
ripresa a 360 gradi dei quartieri generali della pornografia adolescenziale del West. Questa roba fa
sembrare il film di Susan Jeremiah un cartone animato di Disney. E farebbe sollevare dalla tomba
Humbert Humbert».
Gli dissi di smetterla. Gli dissi che tu non potevi mostrare quei ritratti. Non era possibile. Sarebbe stata la
fine della tua carriera. Quei ritratti erano il nostro segreto e gli dissi di tenere i suoi schifosi scagnozzi
lontani dalle nostre finestre.
«Non fare la sciocca», disse. «Questo tipo ti sta usando, Belinda. Ha le fotografie dei nudi, lassù,
insieme ai quadri. In ogni momento potrebbe vendere quella roba a Penthouse per un mucchio di soldi.
Ma non è questo il suo scopo. Bonnie lo ha immediatamente inquadrato. Dice che lui ha fiuto per la
pubblicità, che è migliore di quello stronzo di Andy Warhol a New York. Avrà il suo grande trionfo con i
ritratti della figlia di Bonnie, nuda, e dopo ti manderà a cacare».
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Persi la testa, incominciai a urlare. «Marty, lui non lo sa neppure chi sono io», dissi. «Perché a mamma
non è neanche passato per la testa che questo fatto non avesse niente a che fare con lei?».
«Lei lo sa che è vero il contrario. E, tesoro, lo so anch'io. È successa la stessa cosa con Susan Jeremiah,
non lo capisci? Queste persone ti usano perché tu sei la figlia di Bonnie».
Ero fuori di testa. Lo avrei picchiato, ma ero troppo occupata a coprirmi le orecchie con le mani.
Piangevo. E cercavo di dirgli che non era così, non aveva niente a che vedere con mamma, maledizione!
«Non lo capisci cosa sta facendo?», dissi. «Si sta mettendo al centro di questa storia. E Jeremy non sa
niente di lei. Oh Dio, che cosa mi stai facendo? Che cosa vuoi, davvero?».
«Col cazzo che non lo sa», disse Marty. «Lui ha assunto un avvocato che si chiama Dan Franklyn, che
ha curiosato per tutta Los Angeles, ha infastidito i miei avvocati per una fotografia che loro avevano
lasciato in un paio di posti quando stavano cercando di rintracciarti. Dice di aver visto la foto all'Haight
Ashbury. Voglio dire che questo tipo è l'avvocato di Walker, si conoscono da vent'anni. E sta cercando
di rintracciare Susan Jeremiah. Ha infastidito, giorno e notte, la gente della Teatrali Uniti».
Continuò a parlare per un tempo interminabile. Ma io non lo ascoltavo più. Conoscevo il nome di Dan
Franklyn. Sapevo che era il tuo avvocato. Avevo visto delle buste sul tuo tavolo con il suo nome sopra.
Avevo ascoltato i suoi messaggi sulla segreteria. Mi sedetti lì, distrutta. Non riusci-vo a dire una parola di
più. Tuttavia non potevo credere a quello che Marty mi stava dicendo. Non era possibile che tu stessi
cercando di usarmi per farti pubblicità!
Dio mio, tu stavi passando attraverso un travaglio che nessuna di queste persone avrebbe mai potuto
compren-dere.
Ma ogni sorta di ricordi mi ritornavano in mente. Tu stesso avevi detto "ti sto usando", proprio quelle
parole. E quella strana conversazione che avemmo il primo pomerig-gio che io mi trasferii da te, quando
mi dicesti che io volevo distruggerti la carriera?
Ma nessuno avrebbe potuto essere così perverso, nessu-no. Meno che mai tu.
Alla fine gli dissi, di nuovo, che tu non potevi sapere, e che lui comunque non aveva capito niente. Gli
dissi che tu non avresti mai mostrato a nessuno quei ritratti. Guadagna-vi migliaia di dollari, forse milioni
con i tuoi libri. Perché mai avresti dovuto mostrare i quadri?
Ma improvvisamente mi bloccai. Tu quei quadri volevi mostrarli. Non me lo potevo nascondere.
Marty cominciò di nuovo a parlare.
«Ho indagato su questo tipo da tutti i punti di vista. È innocuo ma strano, veramente strano. Ha una casa
a New Orleans - lo sapevi? - e da anni non ci vive nessuno, tranne una governante. Nella stanza da letto
la roba di sua madre è ancora come lei la lasciò. Spazzole, pettini, bottiglie di profumo, e tutto quanto. È
come quel romanzo, sai, quella cosa di Dickens, quello di cui parla William Holden nel film Viale del
tramonto con quella vecchia, una certa signorina Havisham o qualcosa del genere, che se ne sta
semplicemen-te seduta a casa sua dove niente è stato toccato da anni. E ti dirò qualcos'altro. Walker è
ricco, molto ricco. Non usa mai i soldi che gli ha lasciato la madre. Vive degli interessi del capitale che ha
accumulato da solo, quel genere di cose. Sì, penso che mostrerebbe quei quadri. Penso che lo farebbe.
Ho letto tutte le sue interviste: abbiamo un fascicolo di ritagli di giornali su di lui. È veramente
ossessionato dall'ar-te, dice cose singolari».
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Era un inferno ascoltarlo. Era come vedere il nostro mondo, il tuo e il mio, riflesso in uno specchio
deformante. Non ce la facevo più. Dissi a Marty che era pazzo. Lo chiamai pazzo in tutti i modi possibili.
«No, tesoro, ti sta usando, e sai cosa sta facendo il suo avvocato? Sta razzolando tra la nostra merda.
Sta scoprendo perché sei scappata, cosa è successo, sai, quel genere di cose. Altrimenti perché starebbe
cercando Susan Jeremiah? No, questo artista è pazzo. E tua madre ha ragione, mostrerà quei quadri e
sfrutterà i nostri casini per tenerci alla larga da lui e, naturalmente, tu quando questo accadrà non gli farai
niente, non è così? Non lo accuserai di niente, come non accusasti me. E io e Bonnie ci continueremo a
chiedere: Come mai abbiamo permesso che questo accadesse e tutto quanto?».
Gli dissi che non avrei ascoltato una parola di più. Tu non sapevi niente. Cercai di uscire fuori dalla
macchina. Ma lui mi trattenne per un braccio.
«Belinda, chiediti perché ti sto dicendo questo! Sto cercando di proteggere anche te. Adesso Bonnie
vuole incastrare questo tipo. Dice che se i poliziotti vengono a pren-derti a casa sua, nessuno darà
credito a quello che tu puoi dire di me. Vuole chiamare Daryl, vuole agire immediata-mente».
«Vai a farti fottere, figlio di puttana», gli dissi. «E di' questo a Bonnie da parte mia: ho il numero di un
reporter del National Enquirer in tasca. L'ho sempre avuto, me l'ha dato al Sunset Strip ed è meglio che
lo sappiate, lui darà credito a tutto quello che ho da dire su voi due. Mi daranno credito tanto lui quanto
gli assistenti sociali e il giudice minorile. Se fai del male a Jeremy, passerai i tuoi giorni in galera».
A questo punto ero uscita dalla macchina e stavo correndo giù per la strada. Ma Marty mi venne dietro.
Mi afferrò e io mi voltai e lo colpii. Ma non servì a nulla. [ Pobierz caÅ‚ość w formacie PDF ]

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