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Rinascimento si ritrovano molti elementi comuni alla prosa di Aleakovskij: l'uso di
imprecazioni, bestemmie o spergiuri, volgarità. L'impiego di questo linguaggio è
legato a una più vasta visione del mondo (che Bachtin definisce convenzionalmente
'realismo grottesco') caratterizzata dall'esaltazione del principio materiale e corporeo.
Il riso che scaturisce dal rivolgersi costantemente al 'basso' è anche il riso liberatore
del lettore delle opere di Aleakovskij'12. È proprio il 'basso', infatti, ad essere rimosso
e tabuizzato dal discorso sovietico: di qui la non 'stampabilità' del mat che, pur
indicando il più delle volte azioni o oggetti non riguardanti la sessualità, usa metafore
legate all'atto e agli organi sessuali. Il rivolgersi al 'basso' ha una funzione distruttiva
e rigenerante allo stesso tempo. In Nikolaj Nikolaevi%0Å„ la lingua, paralizzata nel
discorso ufficiale, viene distrutta affinchè ritrovi nel basso la sua linfa vitale.
Marco Dinelli
10
A. Bitov, Povtorenie neprojdennogo in Juz Aleakovskij, Sobranie so%0Å„inenij, op. cit., vol. 3, p.
547.
11
Juz Aleakovskij, Ruka in Sobranie so%0Å„inenij, op. cit., vol.1, p.279.
12
M. Bachtin, L'opera di Rabelais e la cultura popolare, Torino: Einaudi, 1995, pp. 20-35.
Nota del traduttore
"Aleakovskij non è traducibile in nessuna lingua, tranne che in russo. Giacché i
suoi libri sono scritti in una lingua la cui scrittura, prima di lui, non esisteva."
A. BITOV
Lo scrittore Andrej Bitov, prendendo spunto dall'opera di Aleakovskij, nel suo
articolo "Ricapitolazione del materiale non trattato" ("Povtorenie neprojdennogo")
sostiene che commentare in una traduzione tutte le 'parole sovietiche' (realia intesi in
senso ampio: dagli antroponimi ai cliché) oltre a essere un lavoro enorme, è inutile,
perché il lettore russo le percepisce come suoni familiari i quali, più che denotare una
realtà particolare, hanno un potere evocativo che l'orecchio straniero non sarebbe in
grado di cogliere. Il vissuto di un popolo, riflesso nella lingua, è incomunicabile.
Secondo tale punto di vista i realia del mondo sovietico che affollano la psiche russa
sono intraducibili, come lo è il mat (a cui Bitov fa riferimento solo come termine di
paragone). Il mat, il turpiloquio o linguaggio osceno, è considerato all'unanimità il
linguaggio intraducibile per eccellenza: questo sia in virtù del sistema di
prefissazione russo estremamente ricco che, applicato a tre radici fondamentali (due
che indicano gli organi sessuali maschile e femminile e una terza che denota l'atto
sessuale), è in grado di produrre combinazioni di derivati pressoché infinite, sia della
forte tendenza alla desemantizzazione di tali derivati che in base al contesto possono
farsi carico di qualsiasi significato possibile.
Bitov, dopo aver tentato di venire in aiuto a una virtuale traduttrice di un'opera
di Aleakovskij, interrompe il suo lavoro ed esclama, pensando ai potenziali lettori
stranieri della traduzione: "Che cosa capiranno di tutto questo? E che cosa se ne
faranno? Che se ne faranno della nostra spiritualità?" A confermare l'intraducibilità di
Nikolaj Nikolaevi%0Å„ vi sarebbe anche l'opinione di Josif Brodskij che, secondo quanto
racconta lo stesso Aleakovskij, leggendo la traduzione del romanzo in lingua inglese,
ne sconsigliò la pubblicazione.
Dopo aver fatto tesoro della posizione radicale di Bitov, si è cercato di tradurre
operando delle scelte che tentano di ridurre i problemi posti dallo scrittore.
Innanzi tutto, la scelta di non utilizzare note esplicative: non solo per restituire
la fluidità di un testo fortemente espressivo e giocato essenzialmente sul parlato, ma
anche per elaborare una strategia traduttiva che miri a risolvere i problemi posti dai
realia (nel senso in cui li intende Bitov) all'interno del testo tradotto. La traduzione si
basa, in generale, sul concetto di equivalenza funzionale per cui il testo di arrivo (TA)
deve produrre sul lettore italiano lo stesso effetto che produce il testo di partenza (TP)
sul lettore russo. Così, ad esempio, il nome proprio 'Mamlakat Mamaeva', oltre a
essere realizzato graficamente, come altri antroponimi, secondo le regole della
traslitterazione scientifica, viene spiegato in un inciso al fine di restituire al lettore
italiano un'informazione che il lettore russo già possiede nella sua 'enciclopedia
nazionale': "gli dissi che non ero mica Mamlakat Mamaeva, l'eroina del lavoro
socialista che raccoglieva il cotone con entrambe le braccia". Ai termini tipici del
discorso politico sovietico, ma in Occidente aventi altre connotazioni, sono stati
aggiunti, quando possibile, determinanti che marcassero la loro appartenenza al
lessico ideologico ed esplicitassero connotazioni non percepibili dal lettore della
lingua di arrivo (LA): così 'voljuntarism' diventa 'volontarismo antisovietico'. Nel caso
di cliché tipici della propaganda sovietica, per evitare ambiguità originate dal loro
inserimento nel diverso sistema di segni della cultura della LA, si è cercato di
segnalare semioticamente la valenza 'retorica' della frase aggiungendo uno stereotipo
generale della lingua-cultura di arrivo: così "Sempre in viaggio, come dicono oggi"
("vsegda v puti, kak sej%0Å„as govorjat"), diventa "Sempre in viaggio, come dicono oggi,
verso un futuro migliore". Lo stesso procedimento mirato a realizzare un'equivalenza
funzionale si è adottato per citazioni immediatamente riconoscibili da un lettore
russo: "L'uomo: suona dignitoso" ("%0Å„elovek - eto zvu%0Å„it gordo"), famosa frase tratta
da un dramma di Gor'kij e ricollegabile alla retorica 'umanistica' del discorso
sovietico, in italiano è stata resa con lo stereotipo di tipo cristiano-umanistico
"l'uomo, questa creatura meravigliosa".
Per ciò che riguarda il gergo della malavita, tema che Bitov non affronta
esplicitamente ma che rappresenta un'altra componente essenziale dello stile di
Aleakovskij, ci si è trovati di fronte a un problema di fondo che ha le sue radici nella
diversa evoluzione delle lingue russa e italiana. Se in Russia il lessico della
criminalità si è diffuso ampiamente per motivi storici, in Italia oggi è un fenomeno
poco rilevante e avvertito come obsoleto. Poiché per il lettore russo degli anni '70 la
maggior parte del lessico usato da Aleakovskij era comprensibile (come del resto lo è
oggi), secondo il principio dell'attualizzazione si è dovuto tradurre ricorrendo spesso
al registro colloquiale, popolare e generalmente gergale a causa della mancanza, [ Pobierz całość w formacie PDF ]

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